Bonus Mobili ed Elettrodomestici 2022. Come funziona, quali sono le novità e i limiti di spesa
L’aggiornamento disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate relativo al Bonus Mobili ed Elettrodomestici riepiloga tutte le novità introdotte dalla Legge di Bilancio e fornisce le indicazioni per ottenere la detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A per i forni, alla E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, alla F per i frigoriferi e i congelatori destinati ad arredare un immobile in ristrutturazione.
Come funziona il bonus mobili ed elettrodomestici 2022?
In sintesi, la Legge di Bilancio 2022 all’articolo 1 comma 37, ha prorogato i bonus fiscali sulla casa. Tra i diversi incentivi rinnovati per altri tre anni, quindi dal 2022 fino al 2024, rientra anche il bonus mobili oggetto di questo articolo.
Infatti, l’agevolazione spetta per gli acquisti effettuati entro il 31 dicembre 2024 e può essere richiesta solo da chi realizza un intervento di ristrutturazione edilizia iniziato a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto dei beni.
La sostanziale differenza è il limite di spesa, modificato rispetto all’anno precedente. La detrazione infatti va ripartita tra gli aventi diritto in dieci quote annuali di pari importo ed è calcolata su un ammontare complessivo non superiore a 10.000 euro per l’anno 2022 e a 5.000 euro per gli anni 2023 e 2024. Per il 2021 il tetto di spesa era pari a 16.000 euro.
La detrazione riconosciuta, pari al 50% delle spese sostenute, potrà essere fruita esclusivamente in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi. Si potrà accedere al bonus mobili a condizione che gli interventi di recupero del patrimonio edilizio siano iniziati a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto.
In parole semplici, per accedere alla detrazione del 50% per il 2022 è necessario che i lavori di ristrutturazione siano iniziati dal 1° gennaio 2021.
La data di avvio potrà essere provata dalle eventuali abilitazioni amministrative o comunicazioni richieste dalle norme edilizie, dalla comunicazione preventiva all’Asl (indicante la data di inizio dei lavori), se obbligatoria. Oppure, per lavori per i quali non siano necessarie comunicazioni o titoli abitativi, come prescritto dal provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate del 2 novembre 2011, da una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà (articolo 47 del Dpr 445/2000).
Il contribuente che esegue lavori di ristrutturazione su più unità immobiliari avrà diritto al beneficio più volte. Questo perché l’importo massimo di spesa è riferito a ciascuna unità abitativa oggetto di ristrutturazione.
Quali sono le spese ammesse
La detrazione spetta per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2021 per l’acquisto di:
- Mobili e arredi nuovi. Ad esempio: letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, materassi, apparecchi di illuminazione.
- Grandi elettrodomestici nuovi di classe energetica non inferiore classe A per i forni, alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, alla classe F per i frigoriferi e i congelatori, per le apparecchiature per le quali sia prevista l’etichetta energetica. Rientrano nella lista anche apparecchi di cottura, stufe elettriche, forni a microonde, piastre riscaldanti elettriche, apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici, ventilatori elettrici e apparecchi per il condizionamento.
Non sono agevolabili gli acquisti di porte, pavimentazioni, tende e tendaggi e altri complementi di arredo non specificati nell’elenco della guida dell’Agenzia delle Entrate.
Quali sono i lavori di ristrutturazione che danno diritto al bonus mobili
La detrazione spetta per le attività legate a:
- Manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su singoli appartamenti (attenzione però, per agli appartamenti privati il bonus non spetta in ipotesi di manutenzione ordinaria, quale tinteggiatura di pareti e soffitti o sostituzione di pavimenti o sostituzione di sanitari o rifacimento di intonaci interni).
- Ricostruzione o ripristino di un immobile danneggiato da eventi calamitosi, se è stato dichiarato lo stato di emergenza.
- Restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia, riguardanti interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie che entro 18 mesi dal termine dei lavori vendono o assegnano l’immobile.
- Manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su parti comuni del condominio.
Esempi concreti dei lavori di ristrutturazione:
- Manutenzione straordinaria: installazione di ascensori e scale di sicurezza, realizzazione dei servizi igienici, sostituzione di infissi esterni con modifica di materiale o tipologia di infisso, rifacimento di scale e rampe, realizzazione di recinzioni, muri di cinta e cancellate, costruzione di scale interne, sostituzione dei tramezzi interni senza alterazione della tipologia dell’unità immobiliare.
- Ristrutturazione edilizia: modifica della facciata, realizzazione di una mansarda o di un balcone, trasformazione della soffitta in mansarda o del balcone in veranda, apertura di nuove porte e finestre, costruzione dei servizi igienici in ampliamento delle superfici e dei volumi esistenti.
- Restauro e risanamento conservativo: adeguamento delle altezze dei solai nel rispetto delle volumetrie esistenti, ripristino dell’aspetto storico-architettonico di un edificio.
- Manutenzione ordinaria per le parti comuni di edifici condominiali: tinteggiatura pareti e soffitti, sostituzione di pavimenti, sostituzione di infissi esterni, rifacimento di intonaci, sostituzione tegole e rinnovo delle impermeabilizzazioni, riparazione o sostituzione di cancelli o portoni, riparazione delle grondaie, riparazione delle mura di cinta.
A titolo esemplificativo, rientrano tra i mobili agevolabili letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, nonché i materassi e gli apparecchi di illuminazione che costituiscono un necessario completamento dell’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione.
Per quel che riguarda i grandi elettrodomestici, la norma limita il beneficio all’acquisto delle tipologie dotate di etichetta energetica di classe, non inferiore alla classe A per i forni, alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, alla classe F per i frigoriferi e i congelatori, se per quelle tipologie è obbligatoria l’etichetta energetica. L’acquisto di grandi elettrodomestici sprovvisti di etichetta energetica è agevolabile solo se per quella tipologia non sia ancora previsto l’obbligo di etichetta energetica. Rientrano, per esempio, fra i grandi elettrodomestici: frigoriferi, congelatori, lavatrici, lavasciuga, asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi di cottura, stufe elettriche, piastre riscaldanti elettriche, forni a microonde, apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici, ventilatori elettrici, apparecchi per il condizionamento.
Nell’importo delle spese sostenute per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici possono essere considerate anche le spese di trasporto e di montaggio dei beni acquistati, purché le spese stesse siano state sostenute con le modalità di pagamento richieste per fruire della detrazione (bonifico, carte di credito o di debito).
La realizzazione di lavori di ristrutturazione sulle parti comuni condominiali consente ai singoli condòmini (che usufruiscono pro quota della relativa detrazione) di detrarre le spese sostenute per acquistare gli arredi delle parti comuni, come guardiole oppure l’appartamento del portiere, ma non consente loro di detrarre le spese per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici per la propria unità immobiliare.
L’acquisto di mobili o di grandi elettrodomestici è agevolabile anche se i beni sono destinati ad arredare un ambiente diverso dello stesso immobile oggetto di intervento edilizio.
Come si ottiene la detrazione
Come già detto, il bonus mobili 2022 può essere richiesto per un importo massimo di 10.000 euro di spesa e le agevolazioni consistono in una detrazione del 50% del costo sostenuto, da ripartire in 10 rate annuai di pari importo tra gli aventi diritto.
Per beneficiarne è essenziale inserire le spese che si sono sostenute all’interno della dichiarazione dei redditi (modello 730 o modello Unico) e, a quel punto, la detrazione verrà riconosciuta nella forma di rimborso fiscale IRPEF. Attenzione però: l’indicazione degli importi di spese nella dichiarazione dei redditi costituisce condizione necessaria ma non sufficiente ed è soltanto uno degli adempimenti per richiedere il bonus. È quindi necessario aver cura di eseguire i pagamenti esclusivamente nelle modalità idonee bisognerà trasmettere la comunicazione ENEA per l’acquisto di elettrodomestici.
Quali sono i metodi di pagamento ammessi
L’agenzia delle Entrate riconosce la detrazione del 50% della spesa sostenuta se avvenuta con pagamenti tramite: bonifico, carta di debito o carta di credito. Se il pagamento è disposto con bonifico bancario o postale, si deve utilizzare quello (soggetto a ritenuta) appositamente predisposto da banche e Poste S.p.A. per le spese di ristrutturazione edilizia.
Le stesse modalità devono essere utilizzate anche per il pagamento delle spese di trasporto e montaggio dei beni.
Non sono dunque ammessi per la detrazione gli acquisti effettuati con assegni, contanti e altri mezzi di pagamento non contemplati dall’Agenzia delle Entrate.
La detrazione è ammessa anche se i beni sono stati acquistati con un finanziamento a rate, a condizione che la società che eroga il finanziamento paghi il corrispettivo con le stesse modalità prima indicate e il contribuente abbia una copia della ricevuta del pagamento.
I documenti da conservare sono:
- l’attestazione del pagamento (ricevuta del bonifico, ricevuta di avvenuta transazione, per i pagamenti con carta di credito o di debito, documentazione di addebito sul conto corrente)
- le fatture di acquisto dei beni, riportanti la natura, la qualità e la quantità dei beni e dei servizi acquisiti.
Lo scontrino che riporta il codice fiscale dell’acquirente, insieme all’indicazione della natura, della qualità e della quantità dei beni acquistati, è equivalente alla fattura.
Rispettando tutte queste prescrizioni, la detrazione può essere fruita anche nel caso di mobili e grandi elettrodomestici acquistati all’estero.
Documenti e dichiarazione ENEA per il bonus mobili ed elettrodomestici 2022
È importantissimo conservare con cura tutti i documenti necessari a richiedere il bonus, ovvero:
- Ricevuta del bonifico.
- Ricevuta di avvenuta transazione (per i pagamenti con carta di credito o di debito).
- Documentazione di addebito sul conto corrente.
- Fatture di acquisto dei beni, riportanti la natura, la qualità e la quantità dei beni e dei servizi acquisiti.
- Invio della comunicazione all’ENEA.
Consigliamo vivamente di tenere archiviate tutte le documentazioni sopra anche negli anni successivi, in modo da essere sempre pronti a dimostrare tutte le spese sostenute per l’accesso al bonus mobili ed elettrodomestici 2022.