Il rubinetto fa parte della quotidianità ed è uno strumento indispensabile per l’igiene. È presente in numerose zone delle abitazioni (e non solo) ed è fondamentale per l’igiene di casa e persona. La sua funzione principale è di far defluire liquidi o sostanze aeriformi tramite condotti da tubature e/o serbatoi. In quest’ultimo caso è più corretto parlare di valvole e non di rubinetti.
Tipologie di rubinetti
Il materiale più comune in cui i rubinetti vengono prodotti è l’ottone cromato opaco o lucido. La differenza dipende dalla percentuale di piombo inserita nel corso della lavorazione dell’ottone e che tende a depositarsi sulla superficie del rubinetto. I danni provocati alla salute per la presenza del piombo ha portato all’aggiunta del bronzo al fine di realizzare una lega metallica più salubre.
La rubinetteria si distingue in due tipi, gialla o grezza, a seconda dei materiali utilizzati e della funzione d’uso. Gli idrosanitari sono soggetti a processi di verniciatura e processi galvanici, i grezzi trovano impiego su macchine per erogazione di combustibili o apparecchiature meccaniche. In secondo luogo, i rubinetti si possono suddividere in due categorie: tradizionali e miscelatori. In quelli tradizionali rientrano i rubinetti a vitone, a maschio, a spillo, le valvole a saracinesca, a sfera e le elettrovalvole. La seconda tipologia comprende i miscelatori monocomando e termostatici.
Rubinetti e miscelatori
I rubinetti tradizionali con valvola a sfera funzionano azionando una sfera metallica forata inserita in una guarnizione di teflon. Vengono utilizzati nei locali di servizio come box e lavanderie. La rubinetteria a vitone, inventata da Thomas Grill nell’800, viene invece montata sugli idrosanitari e prende il nome dalla valvola in ottone di cui è composta. In tal caso l’acqua risale da un foro interno che può essere occluso con una guarnizione in gomma. Questo tappo è azionato da un albero filettato che ruota all’interno del vitone, ovvero un cilindro filettato. A causa della rotazione l’albero si abbassa o si alza e favorisce l’uscita o meno dell’acqua.
I miscelatori, progettati e realizzati nella seconda metà del ‘900, hanno nel tempo soppiantato la rubinetteria tradizionale. Sono più semplici da installare, più comodi e non necessitano di grandi manutenzioni. Sono composti da una maniglia, una cartuccia ceramica che ha il compito di interrompere il flusso d’acqua e di miscelare quella calda e quella fredda, e dai raccordi di adduzione dell’acqua. La cartuccia ceramica è soggetta ad usura e tale fattore decide la qualità del rubinetto. Il materiale di base dei miscelatori per idrosanitari è in ottone, leghe metalliche oppure plastica cromata per alcune parti come la leva di azionamento o il cappuccio.
I miscelatori monocomando sono dotati di un unico comando a leva per regolare temperatura e portata dell’acqua. In quelli termostatici è possibile fissare preventivamente il valore della temperatura dell’acqua, in quelli automatici l’acqua si attiva grazie ad una fotocellula. In quelli idroprogressivi vi è un comando unico che consente di gestire da un lato flusso e temperatura dell’acqua fredda e dall’altro di quello dell’acqua calda.
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