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Scaldasalviette non funziona: principali cause

Se lo scaldasalviette non funziona le cause possono diverse e dipendono dal tipo e dal modello. Prevedono infatti tre modi di funzionamento: idraulico, elettrico e misto.

Lo scaldasalviette idraulico è collegato all’impianto di riscaldamento e funziona quindi come un termosifone. Quello elettrico funziona quando viene collegato alla presa dell’elettricità. Il funzionamento avviene grazie alla resistenza elettrica interna, al liquido termoconvettore interno ed al termostato di sicurezza collocati all’interno del radiatore. La resistenza individua la potenza, il liquido termoconvettore favorisce la conducibilità del calore ed il termostato consente il risparmio energetico.

Ci sono tre tipi di regolazione della temperatura: fissa, variabile e a distanza. Il sistema fisso è interno, quello variabile consente la regolazione tramite una manopola esterna, il sistema a distanza prevede l’uso di un cronotermostato a raggi infrarossi. Lo scaldasalviette misto è connesso all’impianto di riscaldamento ed è anche elettrico.

Scaldasalviette elettrico guasto: cosa fare

Se lo scaldasalviette elettrico non funziona bisogna usare le stesse accortezze che si hanno per un apparecchio ad elettricità. Innanzitutto bisogna tenere presente l’aspetto della sicurezza.

Non deve essere installato troppo vicino a luoghi dove si utilizza l’acqua per cui deve essere lontano dai sanitari del bagno. Deve essere distante dalla presa elettrica almeno una sessantina di centimetri per consentire il corretto funzionamento.

Un’altra accortezza per garantire l’adeguato funzionamento dello scaldasalviette elettrico è che non deve essere coperto integralmente in alcun modo perché l’aerazione del radiatore deve essere garantita in modo regolare e costante.

Scaldasalviette idraulico

Una prima causa può essere la formazione di bolle d’aria all’interno delle tubazioni dello scaldasalviette. Ciò può compromettere l’efficacia termica. La presenza di tali bolle provocano un rumore ed un gorgoglio interno. In tal caso bisogna procedere allo svuotamento, operazione non difficoltosa da svolgere in genere prima dell’arrivo dell’inverno e della messa in funzione dei caloriferi. Il problema si risolve svitando la valvola di sfiato molto lentamente facendo in modo che l’aria presente all’interno dello scaldasalviette possa uscire. Per fare questa operazione bisogna stare attenti alla fuoriuscita di gocce e getti d’acqua.

Se lo scaldasalviette è tiepido oppure si riscalda a metà lasciando fredda la parte superiore o inferiore è necessario reimpostare la temperatura standard del termostato ad un livello più alto per un periodo piuttosto breve. Grazie a questa accortezza il radiatore dovrebbe riscaldarsi. Se non si raggiunge la temperatura impostata e il termosifone continua a restare caldo soltanto a metà, possono esserci problemi al termostato.

In caso di mancato riscaldamento dello scaldasalviette, bisogna controllare se il timer di riscaldamento della caldaia è stato acceso e se la temperatura standard per il riscaldamento è stata impostata correttamente. Le temperature dell’acqua e per il riscaldamento domestico vanno impostate in modo distinto e separato. Dopo aver posizionato la temperatura di riscaldamento intorno a 60° C bisogna attendere circa mezz’ora perché l’acqua calda entri in circolo e riscaldi il radiatore. Se ciò non accade si deve regolare con l’apposita leva la pressione dell’acqua, che non deve essere comunque superiore a 2 bar.

Se lo scaldasalviette, come i termosifoni in genere, non riscalda a dovere oppure il calore prodotto non appare sufficiente, ciò probabilmente dipende dalle dispersioni termiche. Le soluzioni più efficaci in tal caso sono la coibentazione oppure l’installazione di pannelli riflettenti. Tali rimedi consentono il massimo comfort e il dovuto risparmio energetico.

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