È inutile negarlo: la carta igienica è uno degli oggetti fondamentali nel bagno. Alcuni antichi testi tramandano come gli egizi utilizzassero sabbia e oli profumati e che gli arabi si servissero unicamente della mano sinistra (motivo per cui , ancora oggi, porgere quella mano in segno di saluto è considerato un insulto).

Le prime testimonianze di carta igienica sono attestate in Medio Oriente (Cina) a partire dal XIV secolo: si trattava di panni in tessuto che venivano riutilizzati dopo essere lavati con cura. Bartolomeo della Casa nel suo Galateo parla di pezze di tessuto appesi nei gabinetti che venivano poi gettati dopo l’utilizzo.

Tuttavia il modello che conosciamo oggi costituito da soffici veli sovrapposti è comparso unicamente a metà dell’800. L’inventore della carta igienica pare sia stato un newyorkese Joseph C. Gayetty che presentò il proprio brevetto alla metà del XIX secolo: la scoperta venne accolta con scetticismo da parte della comunità scientifica. Uno dei punti di massimo attrito era costituito dai presunti benefici della carta igienica che sostituiva i fogli di giornale utilizzati fino ad allora per la medesima funzione. L’utilizzo dei quotidiani inchiostrati causava una serie di disturbi fisiologici non indifferenti che, quasi miracolosamente, potevano essere prevenuti usando la “medical paper”.

Con il passare degli anni, la storia ha dato ragione a Gayetty. Il packaging originale prevedeva la vendita della carta igienica in strisce rettangolari, ciascuna delle quali portava impresso il nome del suo inventore (assomigliando molto alle banconote dei dollari). Da quel momento in poi fu un successo travolgente, tanto che numerose case produttrici cominciarono a riprodurne delle imitazioni. Già nel 1879 (a soli 20 anni dal lancio in commercio) la Scott Company mise sul mercato il rotolo di carta.

Per il rotolo a due veli si dovrà aspettare la metà del 1900 quando la casa produttrice propose questo prodotto che era più facilmente smaltibile nel wc. Per tutto il secolo la carta igienica rimase un bene di lusso, tanto che era considerato dai sovrani europei un bene quasi di prima necessità.

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